Autunno 1952: quando un cacciabombardiere americano si schiantò sulle montagne metelliane
Storia Cavese
By Francesco Ascione - 26 Feb, 2020 - 1227

Nel lontano autunno del 1952 le montagne metelliane divennero lo scenario di un tragico disastro aereo di un Cacciabombardiere bimotore A-26 Invader dell’aereonautica militare degli Stati Uniti.
Quel giorno, secondo diversi archivi storici e giornali dell’epoca il 7 novembre 1952, nello spazio aereo della Campania erano in esecuzione diverse esercitazioni per i militari delle forze del Patto Atlantico Long Step.
L’aereo da caccia in questione, l’A-26 Invader, era prodotto dall’aviazione militare degli Stati Uniti e in questo periodo storico post seconda guerra mondiale venne ampiamento utilizzato in diverse operazioni. Venne, negli anni successivi, denominato B-26. Fonti certe dell’esercitazione del cacciabombardiere schiantatosi provengono direttamente dalle autorità americane. Infatti, da un dossier rilasciato dall’Ufficio Storico dell’Aviazione degli Stati Uniti presente nella sede del ministero della difesa, il Pentagono, si è appreso che l’A-26 Invader apparteneva al 168° Squadrone da bombardamento dell’USAF di stanza a Laon in Francia.
La base temporanea d’atterraggio del bimotore A-26 era Capodichino ma in quel lontano 7 novembre 1952 si verificarono diversi eventi concorrenti che lo portarono allo schianto.
La squadriglia era composta da 6 aerei sotto il comando del maggiore Jack Telford e quella mattina l’esercitazione prevedeva di simulare un attacco a bassa quota contro un convoglio di navi nel mediterraneo. Si è appreso dal Pentagono che Jack Telford era un veterano della seconda guerra mondiale con innumerevoli ore di volo ed esperienza accumulata in anni di servizio. La missione venne portata a termine con successo e venne subito ordinato il rientro alla base operativa di Capodichino a causa di scarsa visibilità dovuta al peggioramento delle condizioni metereologiche. Sfortuna volle che dei sei aerei partiti quella mattina uno ebbe dei problemi all’apparato radio e ritornò prima alla base, schiantandosi sulla pista ma senza morti. Al rientro a Capodichino del resto della flotta aerea diversi A-26 vennero dirottati verso Roma.
Quello però del maggiore Telford non arrivò mai neppure a Capodichino ma si schiantò sul territorio metelliano su Monte Finestra. Sempre dai dossier del Pentagono è emerso che nelle ultime comunicazioni via radio il comandante viaggiava a 2000 piedi che corrispondono a circa 600 metri. Viene spontaneo chiedersi il perché del viaggiare così a bassa quota in un territorio circondato da montagne ma le risposte sarebbero solo speculazioni. Lo schianto avvenne alle 18:55.
Dalle cronache Metelliane del 30 novembre 1952 si apprendono i ringraziamenti alla cittadinanza e al sindaco Luigi Formosa da parte del colonnello dell’USAF Glen W. Clark per la grande assistenza avuta nel recupero delle salme. (Informazioni tratte dal sito dell’Associazione Salerno 1943)