Cava de’ Tirreni, un altro passo verso il rispetto dell’ambiente: Operazione “Stop allo spreco dell’acqua”
Ambiente
By Francesco Ascione - 30 Jul, 2019 - 919

Nei giorni scorsi, per ordinanza dell’amministrazione comunale, sono state effettuate delle modifiche a tutte (o quasi) le fontane pubbliche che d’ora in poi avranno in dotazione il rubinetto in modo da poter essere chiuse dagli utilizzatori che quotidianamente si dissetano nelle ville o per strada. Meglio tardi che mai, sarebbe il caso di dire.
I sedici beverini sparsi sul territorio metelliano che hanno subito questa modifica, secondo dati ufficiali, effettuavano un consumo annuale di circa 36 mila metri cubi di acqua, con un dispendio economico (34325 euro/anno) sproporzionato per il comune di Cava de’ Tirreni ma ancor peggio era l’impatto sull’ambiente e sulle risorse idriche limitate.
“Risorse idriche limitate”, tre parole che accostate una accanto all’altra dovrebbero imporre davvero paura a chiunque le pronunci. È ormai risaputo che la disponibilità di acqua potabile sul nostro relativamente piccolo pianeta è veramente limitata e si aggira intorno all’1%, e sì, solo l’1%. Infatti il restante 99% percento dell’acqua è sottoforma di ghiaccio, vapore acqueo e infine c’è l’acqua salata dei mari e degli oceani.
Certo, si potrebbe obbiettare dicendo in tutti questi anni in cui le fontane pubbliche di Cava hanno erogato continuamente acqua non hanno provocato un grande impatto all’ambiente. Sì, è vero. Ma se si sommano gli sprechi idrici del comune di Cava de’ Tirreni con gli altri 7982 comuni italiani possiamo affermare che abbiano sprecato milioni di metri cubi di acqua potabile, fonte primordiale della vita terrestre.
Alzando un po’ gli occhi e guardando per un attimo al panorama nazionale italiano (se non mondiale) ci si può subito rendere conto che la situazione è più tragica del previsto. Secondo dati ufficiali e facilmente reperibili on-line ci si può rendere conto che negli ultimi cento/duecento anni la popolazione mondiale è cresciuta sproporzionatamente e ha permesso di registrare il primo miliardo di terrestri nel 1804, il secondo nel 1927 e da quest’ultima data in poi la popolazione è aumentata di un miliardo ogni 12-13 anni.
L’aumento della popolazione diminuisce passivamente la durata dell’acqua potabile sulla terra ma attivamente siamo noi a consumare più acqua di quanto davvero ne serva per le più semplici azioni quotidiane.
Infatti, secondo recenti statistiche, il consumo di acqua potabile rispetto al secolo scorso ha subito un incremento del 600% e secondo l’Istat l’Italia è il paese europeo in cui si consuma più acqua potabile pro-capite.
La domanda probabilmente sorge spontanea, come fermare questa inarrestabile corsa contro il giorno “zero”, contro la nostra “estinzione”?
In effetti, analiticamente, non c’è una sola persona che spreca acqua e teoricamente non c’è chi spreca di più o chi spreca di meno, ma c’è solo chi spreca. Tutti questi piccoli sprechi, che quotidianamente sembrano insignificanti per una sola persona (come lasciare il rubinetto aperto in bagno per diversi minuti) sommati agli altri miliardi di sprechi ad opera del resto della popolazione provocano velocemente l’esaurirsi delle risorse idriche.