Distruzione patrimonio boschivo: incendio nella frazione di Croce sventato dalla Protezione Civile
Ambiente
By Francesco Ascione - 29 Aug, 2019 - 1023

Nel pomeriggio del 27 agosto scorso è scoppiato un incendio presso la frazione di Croce sulla provinciale di collegamento con Pellezzano e per fortuna, grazie alla veloce segnalazione delle sentinelle A.I.B. (Antincendio boschivo) del Servizio Civile Nazionale alla Protezione Civile cavese, è stato celermente spento e l’area circostante è stata bonificata in poche ore.
Dopo l’estate del 2017, quando per circa dieci giorni bruciò Monte Sant’Angelo e Monte Finestra e andarono in cenere ettari ed ettari di patrimonio boschivo che circondano la valle Metelliana, sono aumentati notevolmente i controlli da parte della Protezione Civile di Cava de’ Tirreni a cui va un grande plauso da parte di tutta la cittadinanza cavese.
Poco più di un anno fa, su queste pagine, si accennava all’attività di prevenzione degli incendi boschivi con un drone pronto a sorvolare Cava dall’alto per proteggere le montagne e sembrò aver funzionato, quest’anno invece è stata di grande aiuto la sinergia con l’A.I.B. e le sue sentinelle sparse su tutta la vallata.
Gli incendi boschivi, osservando il panorama nazionale, sono invece di estrema preoccupazione. Infatti, secondo ultime statistiche, rispetto all’anno 2018, i roghi sviluppatisi in Italia sono triplicati e il 60% è di origine dolosa. Secondo Coldiretti dall’inizio dell’anno sono più di 250 gli incendi divampati e centinaia gli ettari di bosco che sono andati a fuoco.
Lo scenario presentato ha un impatto ambientale di grande importanza e pericolosità per il futuro della Terra e ovviamente dei suoi abitanti, perché sono proprio gli alberi che vanno a fuoco ad essere i veri “polmoni” del mondo che “da sempre” forniscono ossigeno a tutte le specie viventi aerobiche.
Oltre agli innumerevoli incendi verificatisi sul territorio Italiano è ancor più preoccupante uno dei più grandi “polmoni” del mondo, qual è l’Amazzonia che nelle ultime settimane sta bruciando costantemente e sono centinaia i chilometri di foresta che vanno a fuoco. Basti pensare che nell’arco temporale tra il 16 e il 22 agosto sono stati registrati circa 6295 roghi attivi. L’Amazzonia produce il 20% dell’ossigeno di tutto il mondo e che vada a fuoco è davvero inaccettabile. Ciò che deve far riflettere molto è l’origine di quei roghi che, probabilmente, è dolosa. Ma perché l’umanità si sta autodistruggendo? Per fini meramente economici? Per il potere su scala mondiale?
Purtroppo, come anticipato, la risposta è legata al potere e all’economia. Al danaro. Proprio a quelle banconote fatte di carta. Quella carta proveniente da qualche albero che è stato abbattuto, proprio quell’albero che produceva ossigeno. Questo preambolo non è assolutamente un tentativo di affermare che non si dovrebbe più produrre carta, ma che si dovrebbe avere molta più cura dei nostri “polmoni verdi”. Invece, ringraziando la stupidità umana (consapevole delle sue azioni), prima che l’Amazzonia bruciasse, per decine di anni è stata disboscata per favorire coltivazioni di soia, allevamenti intensivi di bestiame e il pascolo di animali.
Una riflessione tragica ma veritiera che dovrebbe/potrebbe essere fatta riguarda i dinosauri che si sono estinti per cause non a loro riconducibili (un asteroide che colpì la terra o una serie continua di eruzioni vulcaniche), invece, nel caso degli esseri umani, formulando un ipotesi funesta e pessimistica, non ci sarà alcun asteroide o eruzione vulcanica, la causa dell’estinzione sarà riconducibile unicamente all’incoscienza e all’egoismo.
E sarà la fine.